PAXME Stories 2024: un viaggio autentico nell’umanità della cura

PAXME Stories 2024: un viaggio autentico nell’umanità della cura

Nel corso del 2024, Paxme ha dato ascolto alle voci di chi vive e anima il mondo della cura e dell’assistenza a domicilio: pazienti, caregiver e operatori. Queste voci, ricche di emozioni e autenticità, hanno preso vita in “PAXME Stories. Persone. Relazioni. Vissuti.”, un progetto che celebra la dimensione umana della nostra missione.

Con questo viaggio narrativo, vi invitiamo a scoprire l’intreccio profondo di storie che raccontano dedizione, relazioni e vissuti condivisi. Al centro, troviamo chi opera con passione nell’ambito delle cure domiciliari – infermieristiche e fisioterapiche – e delle cure palliative, chi affronta quotidianamente sfide personali e chi riceve cure con speranza e fiducia.

Attraverso le testimonianze raccolte, “PAXME Stories” svela il lato umano di un lavoro che è molto più di un servizio: è relazione, empatia e impegno.

In ogni storia le emozioni si fanno narrazione e, attraverso volti e parole, si celebra il valore dell’incontro tra chi dà e chi riceve.

Un invito a fermarsi, ascoltare e riflettere sull’essenza della cura: quella che vive nei legami autentici tra le persone.

Il ruolo del caregiver nelle cure palliative domiciliari

Il ruolo del caregiver nelle cure palliative domiciliari

Il ruolo del caregiver nelle cure palliative domiciliari è fondamentale e complesso, poiché coinvolge sia l’aspetto pratico delle cure quotidiane sia il sostegno emotivo al paziente. Il caregiver, che può essere un familiare o una persona di fiducia, fornisce assistenza fisica, psicologica e relazionale alla persona malata, specialmente quando la malattia è in fase avanzata e richiede un’attenzione costante. Le cure palliative domiciliari hanno l’obiettivo di migliorare la qualità di vita del paziente e della famiglia, alleviando il dolore e altri sintomi e offrendo supporto nel mantenere un livello di dignità e comfort.

Il caregiver assiste il paziente nelle attività quotidiane come l’igiene personale, l’alimentazione e la mobilità. Si occupa anche di gestire la somministrazione di farmaci, seguendo le indicazioni del personale sanitario. Un supporto cruciale perché consente al paziente di vivere in un ambiente familiare e confortevole, riducendo al minimo le ospedalizzazioni.

In collaborazione con l’équipe sanitaria, il caregiver può essere istruito su come riconoscere e affrontare problemi come il dolore, la nausea, la difficoltà respiratoria e altri sintomi comuni nelle malattie avanzate. Questo richiede un contatto frequente con medici e infermieri, i quali forniscono indicazioni e supervisionano le cure.

Il caregiver svolge infatti anche un ruolo di intermediario tra il paziente e i professionisti. In molti casi, è il caregiver a riferire all’équipe sanitaria i cambiamenti nelle condizioni del paziente, a discutere dei piani di trattamento e a prendere decisioni in accordo con i desideri del paziente. Questo coordinamento è fondamentale per garantire una continuità delle cure e una risposta tempestiva alle necessità che emergono ogni giorno.

La vicinanza emotiva del caregiver è essenziale per il benessere del paziente in quanto aiuta ad alleviare la solitudine, la paura e l’ansia che spesso accompagnano le fasi terminali di una malattia. Questo sostegno richiede una grande capacità di ascolto, pazienza e comprensione, oltre a una certa resilienza per affrontare il peso emotivo di questa responsabilità.

Pilastro fondamentale nelle cure palliative domiciliari, in sintesi, il caregiver consente al paziente di rimanere nel proprio ambiente familiare e vivere con dignità e conforto. Essere un caregiver è una sfida complessa, che richiede dedizione, capacità di adattamento e supporto, sia per garantire una qualità di vita al paziente sia per preservare il proprio benessere emotivo e fisico.

La gestione del lutto

La gestione del lutto

Il lutto rappresenta una fase inevitabile e delicata del cammino di vita, innescata dalla perdita di una persona cara. Questo percorso richiede attenzione e cura per evitare che il dolore diventi un ostacolo permanente.

Affrontare il lutto significa vivere ed elaborare il dolore della perdita, una strada che può attraversare sentimenti intensi di tristezza, senso di colpa, rabbia e vuoto.

Esistono diverse forme di lutto: il lutto anticipato, che inizia prima della perdita effettiva; il lutto ritardato, che emerge solo dopo un certo tempo, spesso perché inizialmente represso; e il lutto cronico, che persiste e rimane doloroso anche a distanza di anni.

Il lutto può manifestarsi sia a livello fisico che psicologico. A livello fisico, può presentarsi con sintomi quali stanchezza cronica, insonnia, cambiamenti nell’appetito, mal di testa e dolori muscolari, tutti segnali dello stress emotivo. Comporta spesso alterazioni nei comportamenti quotidiani, come irrequietezza, rallentamento delle attività e un drastico calo di energia e motivazione.

Dal punto di vista psicologico, il lutto provoca emozioni intense come tristezza, rabbia e senso di colpa e può indurre pensieri ossessivi sulla perdita.

Il processo di accettazione varia profondamente da persona a persona e può attraversare fasi come la negazione e la depressione.

Le fasi del lutto sono generalmente cinque: la prima è la negazione, caratterizzata da shock e rifiuto della realtà. Segue la rabbia, che porta sentimenti di ingiustizia e attribuzione di colpe. La terza fase è la contrattazione, in cui si tenta di negoziare, spesso con promesse a sé stessi o agli altri, per cercare di riprendere il controllo. La quarta fase è quella della depressione, nella quale si realizza pienamente la perdita e si sperimentano i cambiamenti emotivi. Infine, si giunge all’accettazione, in cui ci si prepara a proseguire nel cammino della propria vita.

Il lutto è un’esperienza profondamente personale, e in alcuni casi può essere utile affidarsi a specialisti in grado di sostenere e guidare nel processo di elaborazione. Gli esperti di Paxme sono disponibili per offrire un supporto dedicato e professionale anche in queste delicate circostanze, aiutando a trovare il percorso più adatto per affrontare il dolore e ritrovare un senso di serenità.

La gestione del paziente con catetere vescicale

La gestione del paziente con catetere vescicale

L’utilizzo del catetere si associa a molteplici condizioni mediche e, pur essendo un dispositivo medico semplice, è indispensabile seguire alcune regole per rendere il suo utilizzo più confortevole e sicuro.

Il catetere è un dispositivo medico comune, un tubicino sottile che viene inserito in vescica passando attraverso l’uretra che trova impiego in ambito chirurgico, diagnostico e terapeutico e che ha lo scopo di agevolare lo svuotamento della vescica.

Una volta inserito il catetere, l’urina viene drenata dalla vescica e, per effetto della gravità, fluisce verso la sacca di raccolta. Le sacche variano di dimensione a seconda del loro utilizzo: quelle più piccole possono essere fissate alla gamba, consentendo alla persona di muoversi e condurre una vita normale. Le sacche di dimensioni maggiori, invece, sono utilizzate durante la notte o per i pazienti costretti a letto.

Ci sono alcuni semplici accorgimenti da rispettare: mantenere il tubicino del catetere collegato alla sacca e se dovesse staccarsi accidentalmente, consultare un professionista; mantenere pulito il catetere lavandosi le mani o indossando guanti monouso prima di ogni operazione in modo da evitare infezioni; pulire regolarmente la pelle attorno al punto di inserzione del catetere con acqua e sapone, almeno due volte al giorno, e assicurarsi di igienizzare anche l’area perineale. Evitare inoltre di tirare il catetere per non causare danni e fissarlo alla coscia con un cerotto, facendo attenzione che non sia teso, piegato, attorcigliato o ostruito.

Il catetere può essere dotato di valvole con tappi, che devono essere usati solo in situazioni specifiche e sotto la supervisione di un professionista sanitario poiché l’uso scorretto può facilmente causare infezioni urinarie.

Paxme ha da sempre implementato rigorosi programmi di formazione per i propri professionisti, assicurandosi che non solo possiedano le competenze adeguate a gestire il catetere, ma che siano anche in grado di fornire indicazioni utili sulla sua gestione e suggerimenti pratici per migliorare la cura della persona assistita.

L’accesso ai servizi di Cure Domiciliari (ex ADI)

L’accesso ai servizi di Cure Domiciliari (ex ADI)

Le Cure Domiciliari C-Dom (ex ADI) garantiscono alle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, senza limitazioni di età e di reddito, cure sanitarie o sociosanitarie a domicilio.

Per poter accedere a determinati servizi, è necessario soddisfare alcuni requisiti fondamentali. Innanzitutto, è indispensabile trovarsi in una condizione di non autosufficienza, che può essere parziale o totale, e può avere carattere temporaneo oppure definitivo. In altre parole, la persona deve trovarsi in una situazione in cui non è in grado di svolgere autonomamente le attività quotidiane. Un altro requisito essenziale riguarda l’impossibilità di camminare o di recarsi, con i normali mezzi di trasporto, presso i servizi ambulatoriali presenti sul territorio. Questo implica che la persona non può spostarsi in modo indipendente per ricevere cure o assistenza.

Infine, è fondamentale disporre di una rete di supporto familiare, che può essere formata sia da familiari stretti che da persone esterne che forniscono assistenza in modo informale. Questa rete di sostegno ha un ruolo cruciale nel garantire l’aiuto necessario per gestire la condizione di non autosufficienza.

Per attivare le Cure Domiciliari (ex ADI) è necessaria la prescrizione del proprio Medico di Medicina Generale nella quale deve essere indicata la diagnosi e la tipologia di attività da erogare al domicilio. In seguito, bisogna contattare o recarsi al Punto Unico di Accesso (PUA) all’interno delle Case di Comunità per chiedere l’attivazione del servizio scegliendo Paxme come erogatore.

Le Cure Domiciliari prevedono l’intervento di alcune figure professionali: infermiere, fisioterapista, OSS, psicologo, logopedista, medico fisiatra e geriatra.

I nostri professionisti, una volta attivato il servizio di Cure Domiciliari, vi daranno non solo assistenza sanitaria personalizzata, ma anche contribuiranno a darvi tutti i supporti e le informazioni necessarie per migliorare le condizioni della cura avendo una visione globale dei vostri bisogni.

Maggiori informazioni su come attivare i servizi di Cure Domiciliari le potete trovare nella Guida che Paxme ha preparato per voi al link Guida Cure Domiciliari – Paxme

L’allettamento: gestione degli ausili e educazione del caregiver

L’allettamento: gestione degli ausili e educazione del caregiver

L’allettamento richiede una gestione attenta della persona con l’uso di ausili adeguati e una corretta educazione del caregiver per prevenire complicazioni e migliorare il benessere del paziente.

Il ruolo del caregiver, sia esso un familiare o un professionista, è essenziale nella gestione quotidiana di persone che non sono più autosufficienti. Grazie a una formazione adeguata, il caregiver è una figura in grado di fornire non solo supporto fisico ma anche emotivo, aspetto da non sottovalutare nella gestione della persona allettata. I professionisti di Paxme, quando assistono una persona al domicilio, hanno anche come obiettivo lo stabilire una relazione profondamente umana anche con il caregiver e di contribuire a migliorare la sua formazione per dare supporto all’assistito e migliorare il benessere complessivo.

La preparazione del caregiver è, infatti, basata su una responsabilità notevole, in quanto deve tenere sotto controllo le varie esigenze della persona. Nello specifico esistono diversi corsi preparatori finalizzati ad aiutare a gestire momenti cardine dell’assistenza quotidiana come quelli che riguardano la somministrazione dei farmaci spesso vitali per il paziente, la gestione corretta degli ausili, l’utilizzo di strumenti essenziali per la sicurezza e il comfort. La scelta e l’utilizzo degli ausili devono essere personalizzati e basati sulle specifiche esigenze del paziente allettato, garantendo così un’assistenza di successo. Una valutazione accurata, un aggiornamento costante sugli sviluppi e una manutenzione corretta sono inoltre fondamentali per il benessere di entrambi e per assicurare l’efficacia degli strumenti stessi.

I professionisti di Paxme, nella loro attività di assistenza domiciliare, aiutano pazienti e operatori offrendo un’assistenza domiciliare personalizzata ritagliata sulle specifiche esigenze della persona allettata in modo tale da offrire le migliori prestazioni e un aiuto concreto nella gestione quotidiana.

In questo contesto, un’assistenza ben strutturata e personalizzata come quella offerta dai professionisti Paxme può fare la differenza, migliorando la qualità di vita del paziente e offrendo al caregiver un supporto efficace per affrontare al meglio le sfide quotidiane.

La sindrome d’allettamento: cause e rimedi

La sindrome d’allettamento: cause e rimedi

La sindrome da allettamento non è considerata una malattia, si manifesta in seguito a immobilità prolungata come conseguenza di incidenti, cadute o ricoveri ospedalieri.

Le principali conseguenze di un prolungato periodo di allettamento riguardano il sistema muscolo-scheletrico: atrofia muscolare, blocco delle articolazioni e dolore. Altre manifestazioni correlate sono le lesioni cutanee, l’insufficienza cardiovascolare e respiratoria, la ritenzione urinaria e l’inappetenza. L’allettamento prolungato può comportare inoltre deficit al sistema neurologico con stato confusionale, agitazione, delirio, fino ad arrivare a stati di sopore.

La prevenzione è la base per far si che questa sindrome non degeneri e trattarla per tempo aiuta alla diminuzione dei successivi sintomi di peggioramento: occorre intervenire sulle cause che hanno scatenato la sindrome, quindi curare la patologia iniziale o seguire un percorso specifico riabilitativo.

I professionisti di Paxme, nel loro approccio al paziente allettato, educano il paziente e il caregiver alla prevenzione dell’allettamento. Le principali azioni riguardano le modalità di mobilizzazione a letto con le posture corrette, l’uso degli ausili idonei al fine di mobilizzare il paziente e i consigli dietetici. Si tratta ovviamente di un processo che richiede tempo e che varia da persona a persona. Avere degli obiettivi a breve e lungo termine è fondamentale per incoraggiare il paziente a fare sempre di più per arrivare alla fine del percorso. Piccoli traguardi possono essere il tornare a mangiare da soli o riuscire a prendersi cura del proprio corpo senza bisogno di aiuto.

Nei casi di assistenza al paziente allettato, Paxme e i suoi professionisti offrono non solo le migliori cure ma anche una valutazione globale molto attenta, utile a intervenire per tempo e prevenire eventuali complicanze dettate da questa condizione.

Ausili e protesi: come ottenere la prescrizione

Ausili e protesi: come ottenere la prescrizione

Gli ausili e le protesi sono spesso supporti fondamentali per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità o limitazioni funzionali, garantendo loro il necessario sostegno per affrontare le sfide quotidiane con maggiore autonomia e sicurezza.

La Regione Lombardia offre ai cittadini affetti da particolari patologie o disabilità aiuti sotto forma di forniture di vario genere. Mette a disposizione ausili protesici personalizzati, come protesi di diverso tipo (d’arto, oculari, apparecchi acustici, busti ortopedici, sistemi di postura, carrozzine, calzature ortopediche, ausili per la comunicazione). Inoltre, vengono forniti in comodato d’uso ausili per il domicilio, come letti e materassi ortopedici, sollevatori, carrozzine, rialzi e sedie per WC.

Per ottenere gli ausili protesici personalizzati, l’assistito deve essere riconosciuto invalido civile o avere inoltrato la domanda per il riconoscimento dell’invalidità stessa ed essere in possesso di un’impegnativa rilasciata dal Medico di Medicina Generale (MMG) o dal Pediatra di Libera Scelta (PLS) per una visita fisiatrica o geriatrica, da effettuare con un medico specialistica prescrittore presso un ospedale pubblico o convenzionato.

Il medico specialista esegue una prescrizione di ausilio o protesi su apposito portale di Regione Lombardia; con quest’ultima il cittadino può rivolgersi a un fornitore autorizzato della propria ATS e ricevere gli ausili e le protesi necessarie.

Alcuni ausili semplici possono essere prescritti da Medico di Medicina Generale, quali: letto, materasso antidecubito, sollevatore, comoda, carrozzina standard, deambulatori.

Grazie a una rete integrata di servizi, Paxme può essere per i propri assistiti un valido alleato in questo processo, dando concreto supporto nella gestione delle pratiche.

Una volta ricevute le protesi, i professionisti di Paxme contribuiscono alla formazione dei caregiver e degli assistiti all’utilizzo corretto dei dispositivi.

I segnali della depressione

I segnali della depressione

La depressione è un disturbo dell’umore che può diventare cronico e rappresenta una patologia da non sottovalutare poiché, se non trattata correttamente e per tempo, può portare a gravi conseguenze.

In particolare, ci sono campanelli d’allarme che generalmente compaiono negli anziani: lamentano sintomi fisici, somatizzazioni dello stato psichico o peggioramenti di malattie fisiche già note, difficoltà cognitive, ansia, tendenza a isolarsi, stanchezza e insonnia. Nei casi più estremi possono manifestarsi pensieri di morte e suicidio.

La depressione non ha una causa specifica, poiché varia da soggetto a soggetto. In generale, fattori pregressi, eventi stressanti e malattie croniche potrebbero essere cause scatenanti.

Per diagnosticare la depressione, è fondamentale sottoporsi a una visita medica completa durante la quale il medico esamina la storia clinica del paziente e valuta i sintomi presenti. Successivamente, si effettua una valutazione psicologica approfondita tramite questionari e interviste strutturate per determinare la gravità e l’impatto dei sintomi sulla vita quotidiana del paziente. Il consulto con uno psichiatra o uno psicologo clinico è essenziale per confermare la diagnosi e pianificare il trattamento più appropriato.

Una volta diagnosticata, la depressione può essere trattata sia attraverso una terapia farmacologica sia attraverso la psicoterapia, utile per sviluppare strategie idonee ad affrontare i pensieri negativi e i comportamenti associati alla depressione. In alcuni casi più lievi, intervenire sullo stile di vita, svolgendo, ad esempio, attività fisica regolare, adottando una dieta equilibrata e mantenendo una buona igiene del sonno, può essere un approccio preliminare alla cura della depressione.

Nella pratica quotidiana di assistenza domiciliare, i professionisti di Paxme possono essere un supporto prezioso per identificare tempestivamente i segnali di allarme e facilitare interventi mirati. Grazie alla loro capacità di connettere pazienti, familiari e professionisti della salute, Paxme promuove una gestione integrata della depressione, migliorando la qualità della vita e riducendo il rischio di complicazioni gravi.

La gestione del sondino naso-gastrico

La gestione del sondino naso-gastrico

Il sondino naso-gastrico viene introdotto dal naso e raggiunge lo stomaco. Può servire per l’alimentazione, l’idratazione, la somministrazione di sostanze nutritive e farmaci. Si tratta di un piccolo tubicino realizzato in poliuretano, PVC o silicone di differenti diametri.

La procedura di posizionamento richiede molta abilità da parte dell’operatore ed è generalmente svolta da un infermiere qualificato. Il paziente viene posizionato in modo semi-seduto, con la testa sostenuta da alcuni cuscini. Le narici vengono esaminate per determinare il miglior modo di inserire il sondino.

L’introduzione avviene dal naso, passando per la faringe e l’esofago, fino a raggiungere lo stomaco. Durante questa fase, l’operatore procede con delicatezza, prestando attenzione ai segnali del paziente, come la tosse o cambiamenti nell’aspetto. Se il paziente è cosciente, viene invitato a deglutire per facilitare il passaggio del sondino. Al termine dell’inserimento, si controlla la posizione del sondino con test specifici e, se corretta, si fissa esternamente con del nastro adesivo.

Grazie alla loro formazione continua e all’esperienza maturata sul campo, gli infermieri di Paxme sono in grado di eseguire questa delicata procedura direttamente al domicilio dei pazienti, garantendo un’assistenza sicura e professionale e riducendo al minimo i rischi correlati.

Gli infermieri di Paxme svolgono inoltre educazione all’assistito e/o caregiver su come gestire quotidianamente il sondino: lavaggio e pulizia, somministrazione dei farmaci, somministrazione della nutrizione e idratazione.